12 Feb Fotovoltaico: Autoconsumo, Scambio Sul Posto e Ritiro Dedicato
Consumare l’energia elettrica prodotta in autonomia mediante un impianto fotovoltaico, consente a privati, aziende e pubbliche amministrazioni di ottenere un risparmio consistente sulla bolletta da pagare al fornitore. Per ottenere i migliori tempi di rientro dell’investimento è necessario, pertanto, dimensionare l’impianto di produzione in modo tale da massimizzare l’autoconsumo immediato dell’energia elettrica prodotta.
Ma l’energia elettrica prodotta e non istantaneamente autoconsumata che fine fa? Viene valorizzata?
L’energia che non si può autoconsumare, per esempio perché le fasce orarie di produzione e consumo non coincidono, viene immessa nella rete elettrica pubblica e può essere remunerata attraverso due meccanismi (anche se non ancora per molto, come vedremo più avanti), utilizzabili in alternativa: lo Scambio Sul Posto (SSP) e il Ritiro Dedicato (RID). Entrambi i meccanismi di remunerazione sono messi a disposizione dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici.
Parleremo di
- Ritiro Dedicato e Scambio sul posto: le principali differenze
- Come funziona lo Scambio sul Posto
- Come funziona il Ritiro Dedicato
- Gli aspetti fiscali connessi con la valorizzazione dell’energia elettrica immessa in rete
- Regime fiscale nel caso di Scambio sul Posto
- Regime fiscale nel caso di Ritiro Dedicato
- Impianti fotovoltaici: conviene di più il Ritiro Dedicato o lo Scambio sul posto?
Ritiro Dedicato e Scambio sul Posto: le principali differenze
Prima di scoprire più nel dettaglio le differenze tra i due meccanismi, iniziamo chiarendo che lo Scambio Sul Posto è un meccanismo di compensazione tra immissioni e prelievi di energia elettrica mentre il Ritiro Dedicato è un meccanismo di vendita dell’energia elettrica immessa in rete.
Come funziona lo Scambio sul Posto
Lo Scambio sul Posto è utilizzabile per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e per la Cogenerazione ad Alto Rendimento. Requisito necessario per accedere al meccanismo è la presenza di impianti per il consumo e la produzione di energia elettrica connessi a un unico punto di connessione con la rete pubblica (in altre parole, le utenze e l’impianto fotovoltaico devono essere collegati allo stesso contatore).
Con lo Scambio sul Posto il GSE riconosce una parziale compensazione economica che remunera la differenza tra il valore (non la quantità) riconosciuto all’energia immessa in rete in un determinato momento e quello corrisposto per l’elettricità prelevata e consumata in un momento diverso (valore generalmente più alto). Semplificando, si tratta di una sorta di “rimborso parziale” delle bollette che si pagano al fornitore per l’energia che risulta prelevata dal contatore.
In estrema sintesi, dal momento che tutta l’energia prelevata dalla rete viene già pagata al fornitore in bolletta, il contributo in Conto Scambio rimborsa il valore di quella quota di energia prelevata che è “coperto” dal valore dell’energia immessa. A questo reintegro viene aggiunto il rimborso di una parte di costi fissi calcolati sull’energia “scambiata”.
In aggiunta, se a fine anno l’energia immessa in rete è maggiore di quella prelevata dalla rete, le eventuali eccedenze possono, a loro volta, essere remunerate dal GSE. Mentre le eccedenze sono valorizzate in modo molto semplice (corrispondono alla differenza tra il valore in euro delle immissioni e quello dei prelievi) la formula per calcolare l’ammontare del contributo in conto scambio (Cs) è più complessa.
Il GSE eroga il contributo in Conto Scambio in acconto su base semestrale e in successivo conguaglio su base annuale. Chi opta per lo Scambio Sul Posto deve corrispondere al GSE una tariffa “a copertura degli oneri di gestione” in funzione della potenza dell’impianto.
Come funziona il Ritiro Dedicato
Il Ritiro Dedicato rappresenta una modalità semplificata a disposizione dei produttori di energia elettrica per vendere l’energia elettrica prodotta e immessa in rete. Il Ritiro Dedicato consente ai piccoli produttori di evitare di dover vendere tale energia partecipando direttamente al mercato elettrico.
In pratica, il GSE funge da acquirente e intermediario tra il produttore e il mercato dell’energia, con il vantaggio di semplificare le procedure e offrire, a determinate condizioni, una redditività più sicura rispetto ai prezzi che caratterizzano il mercato libero sulla borsa elettrica.
Il prezzo di ritiro dell’energia elettrica da parte del GSE, infatti, può essere rappresentato, a scelta del produttore, dal prezzo zonale orario, ossia il prezzo che si forma sul mercato elettrico (variabile sia in base all’ora nella quale l’energia viene immessa in rete che alla zona di mercato in cui si trova l’impianto) o dal prezzo minimo garantito definito dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambienti (ARERA) ed aggiornato annualmente.
Anche nel caso del Ritiro Dedicato dal 2015 è prevista una tariffa da corrispondere al GSE per gli oneri di gestione, verifica e controllo, differenziata per fonte di alimentazione e calcolata sulla base della potenza dell’impianto.
Gli aspetti fiscali connessi con la valorizzazione dell’energia elettrica immessa in rete
Ciò che invece è soggetto a tassazione è l’introito derivante dalla cessione dell’energia alla rete elettrica.
Nonostante ciò oggi, anche senza incentivi diretti, mettere il fotovoltaico procura ancora alcuni ricavi espliciti che, come tali, sono sottoposti ad un regime fiscale come qualsiasi altro introito economico. In altre parole: chi stipula col Gse (il Gestore dei Servizi Energetici) il contratto di “scambio sul posto” riceve dei bonifici direttamente sul conto corrente per l’energia immessa in rete e per l’energia venduta alla rete.
Questi bonifici costituiscono reddito e per questo sono sottoposti a tassazione.
Attenzione, però. Qui bisogna fare un distinguo fondamentale sul regime fiscale dei ricavi del fotovoltaico.
Regime fiscale nel caso di Scambio sul Posto
Come detto in precedenza, se si opta per la convenzione Scambio Sul Posto con il GSE, si ricevono due tipologie di contributi:
- il “contributo in conto scambio“ a parziale rimborso di quanto pagato in bolletta per il prelievo di energia elettrica da rete;
- la (eventuale) “liquidazione delle eccedenze“, ovvero, nel caso a fine anno si sia immessa in rete più energia di quanta ne è stata prelevata, i ricavi della vendita di tale “surplus”.
Ora, il regime fiscale relativo al contributo in Conto Scambio ricevuto dal GSE dipende dal tipo di utente:
- per gli utenti domestici con impianti sotto i 20 kWp di potenza, il contributo non assume rilevanza fiscale;
- per impianti commerciali e, comunque, per tutti gli impianti sopra i 20 kWp il contributo in Conto Scambio assume rilevanza fiscale e per questo è sottoposto a tassazione completa, come qualsiasi altro reddito. In questo caso, dovrà essere emessa fattura, l’importo del contributo dovrà essere assoggettato ad IVA e, sullo stesso, si dovranno pagare le imposte dirette (Irpef, Ires, ecc.)
Il regime fiscale relativo alla liquidazione delle eccedenze eventualmente richieste dal produttore al GSE, è assimilabile a quello di una vera e propria vendita, pertanto, i relativi proventi, dichiarati e tassati, andando a sommarsi al reddito imponibile. Anche in questo caso il regime fiscale differisce a seconda della tipologia di produttore:
- per gli utenti domestici con impianti sotto i 20 kWp di potenza l’ammontare ricevuto dal GSE assume, come detto, rilevanza fiscale ma non necessita di partita IVA e, pertanto, non richiede l’emissione della fattura. Sarà sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi la somma ricevuta sotto la voce “Altri redditi“.
- i produttori con partita iva o, comunque, per tutti gli impianti commerciali o sopra i 20 kWp dovranno emettere regolare fattura, con annessa assoggettabilità ad IVA e relative imposte dirette.
Regime fiscale nel caso di Ritiro Dedicato
Nel caso di sottoscrizione della convenzione di Ritiro Dedicato l’esercizio dell’impianto fotovoltaico si configura sempre come attività commerciale a tutti gli effetti. Come detto, il Ritiro Dedicato è, infatti, la vendita dell’energia elettrica immessa in rete al prezzo zonale orario o al prezzo minimo garantito definito dall’ARERA.
Pertanto, i proventi generati da questa attività di vendita sono in ogni caso tassati, ma anche in questo caso, cambia il regime fiscale, o meglio il tipo di tassazione, in base alla tipologia di produttore:
- per gli utenti domestici o, comunque, per impianti sotto ai 20 kWp, i proventi del Ritiro Dedicato devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi alla voce “Altri redditi”. In questo caso vengono applicate le classiche imposte dirette (Irpef, ecc.).
- per i produttori che esercitano attività commerciale o, comunque, per tutti quelli che eserciscono impianti sopra i 20 kWp di potenza è obbligatorio emettere fattura. In questo caso, dunque, i proventi del Ritiro Dedicato sono assoggettati ad IVA e a tutte le altre imposte dirette (Irpef, ecc.), come qualsiasi altra attività commerciale.
Impianti fotovoltaici: conviene di più il Ritiro Dedicato o lo Scambio sul posto?
Non è semplice rispondere a questa domanda.
Innanzitutto perché il meccanismo dello Scambio Sul Posto a breve non sarà più un’opzione per i produttori di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica o, meglio, nelle intenzioni del governo non dovrebbe esserlo più. A fine 2021 era stata, infatti, annunciata la prossima fine della possibilità di accedere a tale meccanismo, poi prorogata a fine 2023 (e a fine 2024 per le convenzioni in essere). Al momento, in mancanza di decreti attuativi in merito, la parola fine allo Scambio Sul Posto è rimandata a data da destinarsi. Nei prossimi articoli sarà oggetto di approfondimento e aggiornamento.
Lo Scambio Sul Posto, dunque, per il momento, rimane un’opzione per la valorizzazione dell’energia elettrica prodotta e non autoconsumata e, pertanto, vale la pena provare a dare una risposta alla domanda iniziale.
Come anticipato, non esiste una risposta univoca. Per rispondere, infatti, bisognerebbe tenere conto da come, quanto e quando viene utilizzata l’energia elettrica prodotta, di quali sono le abitudini di consumo del produttore e molto altro ancora. In definitiva, ogni caso è a sé stante e la corretta valutazione dipende da numerose variabili.
Se proprio si volessero fornire indicazioni di carattere generale, si potrebbe sostenere che lo Scambio sul Posto conviene di più quando il quantitativo di energia elettrica prelevata da rete risulta comparabile al quantitativo di energia elettrica immessa. Nel caso in cui, invece, l’impianto fotovoltaico fosse in grado di produrre un quantitativo di energia molto superiore rispetto ai consumi, i vantaggi dello Scambio Sul Posto rispetto al Ritiro Dedicato sarebbero ininfluenti: l’esiguità del quantitativo di energia “scambiata” con la rete minimizzerebbe i proventi del contributo in Conto Scambio e si potrebbe contare, in pratica, solo sui proventi derivanti dalla “vendita” delle “eccedenze”. In tutti questi casi, pertanto, potrebbe essere preferibile, per semplicità, il Ritiro Dedicato.
In conclusione, al di là della scelta tra Ritiro Dedicato e Scambio Sul Posto, l’autoconsumo rimane la via migliore per ottimizzare il tempo di rientro economico dell’investimento per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.
Come anticipato in apertura, i vantaggi principali derivanti dall’installazione di un impianto fotovoltaico non sono rappresentati tanto dai ricavi, quanto dai risparmi generati dall’autoconsumo. Il risparmio derivante dall’autoconsumo, infatti, oltre ad essere più “corposo” in termini economici per singolo chilowattora, non è tassabile e non è soggetto ad alcun tipo di regime fiscale perché, di fatto, rappresenta la riduzione dei prelievi di energia dalla rete e la conseguente riduzione degli importi delle bollette elettriche. L’installazione di un sistema di accumulo abbinato all’impianto fotovoltaico, nuovo o esistente, rappresenta senza dubbio un valido aiuto per massimizzare l’autoconsumo dell’energia elettrica prodotta.
Alla luce delle precedenti considerazioni, risulta fondamentale, quando si decide di installare un impianto fotovoltaico, eseguire una attenta analisi dei consumi e dei profili di consumo e, di conseguenza, il corretto dimensionamento della potenza (e, quindi, della capacità produttiva) dell’impianto stesso oltre che, eventualmente , della capacità del sistema di accumulo.
Per questo è importante affidarsi a tecnici competenti ed esperti, come quelli del team di NEST.
Se hai intenzione di dotare la tua abitazione o la tua azienda di un impianto fotovoltaico per produrre in autonomia l’energia elettrica di cui necessiti, non esitare a contattarci tramite mail o telefono!