Cogenerazione: Incentivi a sostegno dell’investimento

Cogenerazione: Incentivi a sostegno dell’investimento

Oggi la gestione dell’energia è uno dei fattori più importanti delle attività produttive, per questo può rivelarsi fondamentale per il futuro delle aziende cogliere nuove opportunità, come quella della cogenerazione e dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica-TEE).

Avviare questo cambiamento può essere complesso perché chi gestisce i bilanci energetici dell’azienda oltre a predisporre piani di miglioramento che individuino impianti a top efficienza, come appunto quello la cogenerazione, deve sapere inquadrare il canale più idoneo per finanziarlo. I Certificati Bianchi (TEE) permettono di finanziare gran parte dell’investimento necessario per realizzare l’impianto di cogenerazione, ma si tratta di un contributo atipico molto più complesso rispetto alle più comuni forme d’incentivazione e per questo richiede competenze specialistiche.

La gestione dell’energia coinvolge i fabbisogni, i consumi, i macchinari, la gestione dei sistemi, la conoscenza tecnica dell’edificio e degli impianti, tanti aspetti per una sola mansione.

Dunque, difficilmente chi svolge questo ruolo dispone degli strumenti per valutare al meglio l’impianto di cogenerazione cogliendo l’opportunità dei Certificati Bianchi.

Cogenerazione: Certificati bianchi a sostegno dell’investimento

Certificati Bianchi (TEE) sono stati introdotti dai Decreti Ministeriali del 24 aprile 2001 e poi successivamente modificati dai Decreti Ministeriali del 20 luglio 2004 e aggiornati dal Decreto Ministeriale del 21 dicembre 2007.

La loro finalità è quella di incentivare la realizzazione di progetti di efficienza energetica, come appunto l’adozione di soluzioni CAR (Cogenerazione ad Alto Rendimento).

Come esplicitato nella Direttiva Europea 2004/CE, per accedere all’incentivo dei Certificati Bianchi, l’impianto di cogenerazione deve aver conseguito un risparmio di energia primaria del 10% minimo o nel caso di una piccola cogenerazione di potenza inferiore a 50 kWe, dimostrare un valore positivo di risparmio.

Cogenerazione: Impianti ammessi al meccanismo dei Certificati Bianchi

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) stabilisce che possono accedere al meccanismo dei Certificati Bianchi le unità di cogenerazione:

  • Entrate in esercizio a seguito di nuova costruzione o rifacimento dopo il 6 marzo 2007, per un periodo di 10 anni solari, a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo all’entrata in esercizio;
  • Entrate in esercizio a seguito di nuova costruzione o rifacimento dopo il 6 marzo 2007 e abbinate ad una rete di teleriscaldamento, per un periodo di 15 anni solari a decorrere dal primo gennaio dell’anno successivo all’entrata in esercizio.

Inoltre, rientrano nel meccanismo le unità di cogenerazione entrate in esercizio tra il 1 aprile 1999 e il 6 marzo 2007, per un periodo di 5 anni solari, a decorrere dall’entrata in vigore del D.M. 05/09/2011 se riconosciute di cogenerazione ai sensi delle norme applicabili alla data di entrata in esercizio.

Per queste unità il numero di Certificati Bianchi emessi è pari al 30% di quello previsto per le altre due tipologie. Annualmente è facoltà dell’operatore scegliere se richiedere il rilascio dei CB spettanti sul proprio conto proprietà presso il registro titoli (TEE) del GME o il ritiro degli stessi da parte del GSE.

Possono godere dei Certificati Bianchi gli impianti di cogenerazione destinati alla pubblica amministrazione, in particolare in luoghi come ospedali, centri sportivi e sedi comunali.

Cogenerazione: Come ottenere i Certificati Bianchi

La richiesta di accesso al meccanismo dei Certificati Bianchi o Titoli di Efficienza Energetica (TEE) per la cogenerazione può essere presentata soltanto da ESCo certificate UNI 11352, o altri soggetti specializzati e in possesso dei requisiti previsti dalla norma (Società con Esperto in Gestione Energia -EGE certificato UNI 11339 o Società con sistema di gestione certificato ISO 50001).

Tale richiesta deve rispettare tutte le linee guida dettate dal GSE e contenere una copiosa quanto dettagliata documentazione: relazione tecnica di riconoscimento che contenga al suo interno le caratteristiche complete dell’impianto, la descrizione dei metodi di misura e dei criteri utilizzati per la determinazione dei risparmi, lo schema del funzionamento dell’impianto, la determinazione dell’energia termica utile cogenerata e dell’energia di alimentazione in ingresso all’unità (incluse sonde di pressione e temperatura), la cronistoria della realizzazione dell’intervento, la planimetria ecc.

Cogenerazione: altri sistemi di incentivazione

I Certificati Bianchi non rappresentano però l’unico incentivo di cui possono beneficiare gli impianti di cogenerazione: questi ultimi, così come tutti i sistemi di autoproduzione elettrica possono godere di una parziale defiscalizzazione dell’accisa sul combustibile utilizzato. In particolare, per il gas naturale (che è di gran lunga il combustibile più impiegato nella cogenerazione) non viene applicata l’accisa su 0.22 Nm3 di gas ogni kWhel prodotto. Inoltre, tutto il gas utilizzato risulta defiscalizzato se l’impianto ha un rendimento elettrico maggiore o uguale al 46%.

Occorre poi considerare che un impianto di cogenerazione, se soddisfa i criteri delle delibere dell’Autorità dell’energia può godere diritto alla priorità di dispacciamento, come gli impianti a fonti rinnovabili. Questo consiste nella priorità, rispetto agli impianti termoelettrici tradizionali, nel ritiro da parte del GSE dell’energia elettrica ceduta alla rete.

Quello del ritiro dell’elettricità è un tema molto importante per la normativa sulla cogenerazione: un altro incentivo indiretto è il cosiddetto “Scambio sul Posto“, che viene riconosciuto agli impianti Car sotto i 200 kWe di potenza. In buona sostanza, con lo Scambio sul posto il GSE riconosce una parziale compensazione economica che valorizza la differenza tra il prezzo riconosciuto all’energia immessa in rete (più basso) e quello corrisposto per l’elettricità prelevata (più alto), comprensiva degli oneri accessori per l’accesso alla rete.

Vista la complessità dei documenti da produrre, la percentuale di rigetto delle pratiche è notoriamente elevata, a complicare ulteriormente l’accesso al meccanismo, hanno contributo poi le truffe perpetrate ai danni del GSE che hanno ulteriormente intensificato i controlli da parte dello stesso GSE. In vista di ciò risulta evidente l’importanza di affidarsi a specialisti del settore.

NEST è una ESCo certificata UNI 11352 specializzata in efficienza energetica e possiamo operare all’interno dei meccanismi dei certificati bianchi. Uno strumento di incentivazione imprescindibile per ottenere impianti energetici efficienti, cogliendo le migliori opportunità.

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