15 Mag NORMA SUGLI “EXTRA PROFITTI”: ultimi sviluppi

Negli ultimi anni, il tema degli extraprofitti nel settore energetico è diventato centrale nel dibattito politico ed economico. In particolare, i produttori da fonti rinnovabili si sono trovati al centro di una normativa che ha sollevato molte questioni di legittimità e sostenibilità giuridica (link al precedente articolo https://energianest.com/norma-sugli-extra-profitti-cronistoria-stato-di-fatto-e-aggiornamenti/).
Con l’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia nel 2022, dovuto in gran parte alla crisi energetica post-pandemia e alla guerra in Ucraina, diversi operatori hanno registrato margini di guadagno significativamente superiori alla media storica. Questi ricavi extra, non direttamente legati a investimenti o aumenti di produttività, sono stati definiti “extraprofitti”.
Per limitarne l’impatto sociale e redistribuirli in favore di famiglie e imprese, il governo, con il DL n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter), in particolare con quanto stabilito all’art. 15-bis, ha introdotto un meccanismo di compensazione a due vie per alcuni produttori di energia da fonti rinnovabili, imponendo di fatto un tetto ai ricavi.
L’intervento del TAR e le questioni sollevate in sede europea
Nel giugno 2024, dando seguito ai ricorsi presentati da numerosi operatori del settore, il TAR Milano ha svolto un’udienza pubblica riguardante la compatibilità della normativa italiana sugli extraprofitti delle fonti rinnovabili con il diritto dell’Unione Europea. In particolare, il Tribunale ha sollevato una serie di questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Nello specifico, il TAR Milano ha sollevato dubbi sulla compatibilità della normativa con il Regolamento (UE) 1854/2022, che stabilisce le condizioni per l’imposizione di contributi temporanei sugli extraprofitti nel settore energetico. In particolare, si è discusso sulla possibile violazione del principio di uguaglianza e sulla determinazione degli “effettivi extraprofitti” come presupposto per il contributo, nonché sulla non deducibilità del contributo stesso, che potrebbe configurare una doppia tassazione.
A tal riguardo, il 6 novembre 2024 si è tenuta un’udienza presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea riguardante la compatibilità della disciplina italiana sugli extraprofitti con il diritto dell’Unione Europea.
Le conclusioni dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia
Il 6 febbraio 2025, l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha reso le sue conclusioni nella causa C-423/23, esprimendosi sulla compatibilità dell’articolo 15-bis del Decreto Legge n. 4/2022 (c.d. Decreto Sostegni-ter) con il diritto dell’Unione Europea.
L’Avvocato Generale ha ritenuto che la normativa italiana sugli extraprofitti non sia incompatibile con la legislazione comunitaria, a condizione che:
non comprometta i segnali di investimento: le misure non devono disincentivare gli investimenti nel settore energetico;
assicuri la copertura degli investimenti e dei costi di esercizio: le misure non devono pregiudicare la sostenibilità economica degli impianti e la loro capacità di coprire i costi operativi.
Inoltre, l’Avvocato Generale ha sottolineato che il tetto ai ricavi può essere determinato sulla base della media aritmetica dei prezzi rilevati nella zona di mercato corrispondente nel corso dell’ultimo decennio, rivalutata sulla base dell’inflazione, purché vengano rispettate le condizioni sopra menzionate.
Attese per la sentenza e sviluppi operativi
Sebbene le conclusioni dell’Avvocato Generale rappresentino un passo importante, la decisione finale spetta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la quale potrebbe discostarsi dal parere espresso.
In attesa della sentenza definitiva, prevista per metà 2025 (anche se non esistono termini di legge stabiliti per la sua emissione), che potrebbe confermare la legittimità del prelievo oppure aprire la strada a rimborsi e modifiche della normativa, il GSE ha provveduto ad inviare ai produttori le prime fatture di compensazione per gli impianti fotovoltaici con potenza >20 kWp che rientrano nei criteri previsti (in particolare impianti incentivati in Conto Energia), relative al periodo oggetto del provvedimento (febbraio 2022 – giugno 2023).
La questione è, pertanto, ben lontana da una soluzione definitiva.
Al solito, il team di NEST continuerà a monitorare e riferire costantemente in merito ai prossimi sviluppi, al fine di mettere a disposizione dei nostri Clienti produttori una adeguata conoscenza della materia.
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